Monday, January 21, 2008

Il pellegrino dalle braccia d'inchiostro

Durante le vacanze di natale, tra aerei e divani, ho letto questo libro di Enrico Brizzi.
La storia è quella di quattro pellegrini che sono in cammino da Canterbury a Roma; il romanzo in sè si svolge nel tratto Losanna agli Appenini (nelle ultime pagine si fa un accenno a Siena, ma non ne sono sicuro). I quattro compagni di avventura--non pellegrini nel senso religioso, ma piuttosto amici/conoscenti che per vari motivi hanno deciso di mettersi in strada e vivere l'affascinante esperienza del viaggio--percorrono l'antico sentiero dei viandanti che passa dal Gran San Bernardo. I quattro personaggi camminando si raccontano le storie che hanno alle loro spalle, ed in questo modo l'autore cerca di dare loro una certà solidità--cosa che secondo me non riesce appieno.
Ad ogni modo, lungo il loro cammino incontrano un personaggio strano, che inizialmente compare quasi di strascico, e man mano si intromette (letteralmente) nel loro viaggio. Il pellegrino dalle braccia d'inchiostro (dai tatuaggi che ricoprono tutto suo corpo viene il titolo) è un personaggio un po' strano, a metà strada tra il mistico e quello che si è bruciato con LSD, che afferma di aver dialogato con i santi (i protettori dei pellegrini) e con Hoffman (il protettore dell'LSD). A parte le sue bizzarie, il personaggio di Bern (questo è il suo nome) si dimostra essere non dei più simpatici: misogino, perseguita gli omosessuali, ed in generale si comporta da fanatico cristiano. Caccia nei guai una prima volta i quattro compagni di viaggio e, dopo attaccarsi a loro come un perseguitatore, li caccia nei guai una seconda volta. La narrazione di queste vicende crean un crescendo abbastanza piacevole, che incurioscisce e rende il libro avvincente. Alla fine si scoprirà che il secondo pasticcio non è stato causato da Bern, ma che lui ne è stato la vittima. I quattro quindi si ricredono e lo aiutano a raggiungere la sua meta. Il libro mi è piaciuto abbastanza anche se non mi ha entusiasmato troppo. I personaggi avrebbero potuto essere dipinti con un po' più di tratti caratteristici (l'unico a spiccare un po' è forse Bern), ed alcune volte le descrizioni dei paesaggi sono un po' troppo rigogliose (probabilmente conseguenza del fatto che l'autore li abbia veramente visti e sperimentati). Altra cosa che non mi è piaciuta molto è che alla fine un personaggio fanatico e violento come il tatuato venga alla fine fatto sembrare quasi simpatico, che mi sembra un po' troppo. Magari è solo la vena anticlericale/antireligiosa che mi ha preso in questi giorni.