Friday, March 09, 2007

L'affare dell'anima e altri racconti

Ho letto "L'affare dell'anima e altru racconti" di Beppe Fenoglio. E' una collezione di racconti (pressochè tutti inediti fino al '78 circa), più un progetto di una sceneggiatura. I temi sono quelli della cultura contadina e partigiana tipici di Fenoglio, ma alcuni racconti sono di una limpidezza disarmante. Sto capendo che uno dei motivi per cui mi piace Fenoglio è perchè il suo raccontare è diretto, cristallino nel cogliere gli aspetti che contano nella vicenda. E questo si vede con particolare piacevolezza nei suoi racconti brevi (e se sono brevi tanto meglio, dato che sono pigro ed ultimamente non ho molto tempo libero per leggere...). A grandi linee i racconti sono così:
  • Nella valle di San Benedetto: un rastrellamento è in corso nella valle, e tre partigiani (Giorgio, Bob, ed il protagonista) cercano di non farsi prendere nella rete. Bob cerca un nascondiglio per conto suo; Giorgio chiude la tomba dove il protagonista ha deciso di nascondersi, in compagnia della maestra Girardi, morta nel '28, e poi saluta dicendo che girerà all'aria aperta. Dopodichè è il buio. Buio e pazzia. Le circostanze portano il protagonista in una sorte di purgatorio, in cui infine lui si lascia psicologicamente morire pur di fermare il delirio ("Forse il nostro corpo sente a volte pietà della nostra anima"). Quando riemerge dal buio, il protagonista trova una tragica sorpresa, "e oltre il cancelletto guardai là dove finisce la valle di San Benedetto". (questo finale echeggia la siepe oltre cui guarda Leopardi, a parte il fatto che questo è un cancelletto arruginito di un cimitero, e ciò che si vede non è l'infinito, ma la fine della valle...).
  • Alla Langa: Elia si trova a dover chiedere aiuto ai vicini di casa per la vedemmia, ma questi non vogliono consumare le loro forbiciette, e pretendono che ce le metta Elia. E dopo una pioggia che raffredda gli animi, lui grida quanto la scarna e sofferta esistenza sia fatta principalmente di quotidiane sofferenze.
  • Il gorgo: questo è in assoluto il mio preferito (se ho tempo me lo trascrivo). Il bimbo capisce che il padre sta per crollare di fronte alle avversità che flagellano una precaria sopravvivenza, e con un gesto semplice al limite della capicità umanana redime la situazione (pensa alle contorsioni e complicazioni dell'uomo rispetto alla linearità animale; pensa all'occhio lineare del bambino; il dettaglio finale del dito del padre è uno dei più belli che abbia mai letto).
  • L'esattore: dopo la morte della moglie, Adolfo Manera lascia l'osteria e diventa esattore. Tira su una fortuna economica, ma la sua situazione umana non migliora, anzi il paese e le persone con cui si trova a contatto gli stanno sempre più stretti.
  • L'affare dell'anima: Manera (praticamente di nuovo l'esattore), si guarda attorno: vede la sua roba e le disgrazie famigliari che ha passato. Ma stanotte capisce che questo affare è "dunque un affare da trattare attraverso i preti, inevitabilmente". E prima di addormentarsi decide di fare l'affare (nel senso di fè l'afè).
  • Tradotta a Roma: Johnny è accompagnato dal padre al treno che porterà il suo plotone (?) a Roma. Durante il viaggio si vedono esemplari umani ed il mare.
  • Lo scambio dei prigionieri: Matè racconta di quando è sceso a Marca a scambiare un fascista per Sceriffo. Trattano bene il prigioniero che ad ogni passo teme di venire ammazato, finchè non capiscono che lo scambio non sembra essere alla pari. "Erano gonfiati tutti e due, potevano specchiarsi l'uno nell'altro. Solo che il soldato era gonfiato di fresco e Sceriffo di ieri."
  • [Senza titolo]: Jimmy e Nick si incontrano al bar, anni dopo le avventure partigiane. Nick è tornato per andare a camminare fino al bivio per Manera, una camminata "per le colline che furono nostre". E lo prende un senso di fallimento.
  • [Materiale narrativo - Davide]: due fratelli Jose e Davide. Dopo la morte del padre, Davide, il maggiore, prende in mano le redini della azienda, e Jose lavora come un animale senza grosse soddisfazioni. Decide così di strapparsi alla terra e va a lavorare in città. Ma sogna di tornare e rivendicare la sua parte per viversela (o meglio viverci). Inconcluso.

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