Thursday, March 08, 2007

Lettere: 1940-1962

Ho letto "Lettere: 1940-1962", di Beppe Fenoglio. E' la raccolta delle lettere che ha inviato ad amici, famiglia, editori in questo periodo della sua vita. La maggior parte della raccolta è costituita dalle lettere scambiate con gli editori (Calvino, Vittorini presso Einaudi, e Mondadori): queste sono abbastanza interessanti, ma in molti casi sono proprio solo delle comunicazioni pratiche. Fanno però vedere con quanto impegno ed apprensione Beppe Fenoglio scrivesse e lavorasse ai suoi libri. (BTW, sembra che ci fosse veramente un onesta e reciproca stima tra lui e Calvino.)
Io ho trovato molto più interessanti quelle agli amici ed alla famiglia. Quelle agli amici rivelano un Beppe Fenoglio che sa scherzare e sorridere anche in tempi difficili. Forse è da qua che si può intravedere l'occhio lucido e lineare che sa raccontare le vicende partigiane e contadine senza girare intorno ai fatti, ma piuttosto andando diretto alle situazioni ed ai personaggi. Mi sembra di vedere che quando scrive storie cerca diretto il filo e lo racconta mettendo sempre un po' di cinismo su ciò che narra (no patetiche gonfiature e divergenze).
Commoventi le lettere degli ultimi giorni, in cui saluta i cari (non poteva parlare), e raccomanda cure per la sua bimba. Alcuni pezzi forti sono la sua scheda biografica e le richieste per il funerale.
  • Circa i dati biografici , è dettaglio che posso sbrigare in un baleno. Nato trent'anni fa ad Alba (1 marzo 1922) - studente (Ginnasio - Liceo, indi Università, ma naturalmente non mi sono laureato) soldato nel Regio e poi partigiano: oggi, purtroppo, uno dei procuratori di una nota ditta enologica. Credo che sia tutto qui. Ti basta, no? Mi chiedi una fotografia. Ora sono sette anni circa che non mi faccio fotografare" (lettera a I. Calvino)
  • "...funerale civile, di ultimo grado, domenicamattina, senza soste, fiori e discorsi." (al fratello)
  • "...trovata la linea verticale, l'orizzonte non conta più nulla." (a don Bussi)

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