Wednesday, September 19, 2007

Perchè non possiamo essere Cristiani (e meno che mai Cattolici)

Durante l'estate ho letto questo libro del matematico impertinente Piergiorgio Odifreddi, ma sono riuscito solo ora a scrivermi qualche nota a rigurardo.
Il padre Creazionismo, inconsitstenza logica delle motivazioni.
Il dio d'israele Da creatore di ogni essere vivente il dio diventa dio del solo popolo eletto; inzia la storia della "terra promessa".
I comandamenti Una nota interessante riguardo la pena di morte in Vaticano: "l'applicazione della pena è stata abolita da Paolo VI solo nel 1969 [...] Ed è solo dal 1995 [...] che il Vaticano è diventato ufficialmente abolizionista". In generale (non solo "non uccidere") tutti questi vengono sempre bene o male (prima o poi) interpretati a senso unico o piegati ad esigenze politiche/sociali/sessuofobiche.
Il figlio Inizialmente viene messa in dubbio l'esistenza di Gesù (esistenza riportata in prima battuta solo di seconda mano nelle lettere di Paolo, antecedenti ai vangeli). Ammettendo che egli sia esistito, i riferimenti storici sono solo quattro (e tutti abbastanza imprecisi). "Ironicamente, se un Gesù storico è veramente esistito, è più probabile che sia stato l'ispiratore dei concreti detti che si trovano nei vangeli, che non il soggetto degli astratti miti della sua nascita e della sua morte." A questo punto viene discussa l'aggressività della regola aurea "Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro".
Il Cristianesimo Se il buongiorno si vede dal mattino, certamente Pietro e Paolo hanno fatto si che l'avventura iniziasse nel modo giusto: "Paolo fu un mistico della peggior specie, che nelle sue supposte visioni divine trovò soltanto la giustificazione per passare da una furiosa persecuzione del Cristianesimo a un'altrettanto furiosa predicazione di un suo personale vangelo [...]". [...]lo è [l'evento] che costituisce l'elemento più importante per la sopravvivenza dei una religione: la sua connivenza col potere politico, che la trasforma da fenomeno spirituale a fattore istituzionale e le permette di integrarsi, spesso forzatamente, nel tessuto sociale di un popolo." A questo punto si fa una carrellata storica da Costantino fino a Mussolini ed i patti lateranensi. Curiosità: solo con la loro revisione nel 1984, il Cattolicesimo ha cessato di essere religione di Stato. I numeri riportati riguardo i finanziamenti (tramite 8 per mille od altra via) forniti dallo stato alla chiesa cattolica fanno semplicemente rabbrividire (sull'ordine dei nove miliardi di euro, pari a circa metà della finanziaria 2006).
Il Cattolicesimo In questo capitolo si critica la logica opportunistica delle formulazioni dottrinali (come codificate e riassunte nel catechismo). Si inizia col dogma trinitario, discusso a Nicea (325), Costantinopoli (381), e più o meno confermato successivamente. La venerazione mariana (a parte le sessuofobiche seghe mentali sulla sua verginità), è un'altra bella faccenda tirata fuori dal frigorifero solo nel 1854 e nel 1950, con la proclamazione di due nuovi dogmi mariani. Da lì in poi il cielo si sveglia ed inizia una serie di apparizioni della Madonna in giro per l'Europa. L'eucarestia (con le sue varie fasi di più o meno accettata transustanziazione et similia), ed il sacerdozio (con tutto il suo patriarcale iper-conservatorismo e sessuofobico celibato sono i successivi argomenti. I capitolo si chiude con le chicche riguardanti il purgatorio (con annesse indulgenze, ceri e giubilei), ed il Papa (con la sua infallibilità, potere politico e grottesca benemerenza).
Laici e loiciIl capitolo finale emette un (inatteso?) verdetto riguardo il Cristianesimo, arrivando addirittura a contrapporre il metodo scientifico e quello religioso.

Personalmente il libro mi è piaciuto molto. E' stato soprattutto un modo per dare sfogo a tutte le frustrazioni che uno si porta appresso quando è stato cresciuto in un acquario cattolico. Anche se a volte non lo si capisce completamente, ci è stato infuso non solo tutto un corredo di credenze che non hanno molto senso, ma anche l'innato senso di colpevolezza quando si cerca di criticarle/affrontarle metterle in dubbio o criticarle. Devo ammettere che in alcuni passaggi, il voler dimostrare che qualcosa non sta in piedi a colpi di logica mi sembra forzato, ed al di là di una discussione matura. Tuttavia penso che Odifreddi sia stato ben cosciente di questo, ma abbia voluto lasciarlo lì come una provocazione, e come un modo per vendere più copie. La parte più meritevole onestamente penso sia quella che riporta cifre e fatti riguardanti i vantaggi economici e civili di cui gode il clero in Italia. In conclusione: bravo Odifreddi, meno male che qualcuno non si fa problemi ad affrontare questi temi con un po' di razionalità ed ironia.

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